Domanda
Ciao a tutti, il 17 febbraio 2004 a mia mamma, che ha 57 anni, è stato riscontrato un carcinoma al colon a stato avanzato. I dottori che ci seguivano hanno deciso di non operare, ma di fare prima un trattamento chemioterapico. Ci siamo rivolti all’I.F.O. di Roma e lì abbiamo fatto 14 sedute di chemioterapia sperimentale (foll fox+ ptk), i risultati ci sono stati perchè a Novembre la tac dava come risultato RC. A fine gennaio 2005 abbiamo ripetuto la tac e è stato riscontrato che si era formata una massa tumorale di ca. 4,5 cm all’ovaio sx e alcune lesioni epatiche. Noi avremmo voluto intervenire chirurgicamente, ma gli oncologi terapisti da cui stavamo in cura ci hanno sconsigliato l’intervento, ma bensì hanno deciso di fare altre 6 chemio di tipo differente (folfiri). A metà maggio abbiamo ripetuto la tac e il risultato è stato che quella massa tumorale si era ingrandita raggiungendo una dimensione di 20 cm. I dottori hanno detto che dovevamo assolutamente intervenire chirurgicamente perchè probabilmente si trattava di un nuovo tumore di origine ovarica. Da quì, sono passati 30 giorni (nonostante le ns continue pressioni) prima che ci chiamassero per il ricovero e per sottoporla ad intervento, nel frattempo a mia mamma è cresciuta una pancia enorme come quella di una donna incinta! il 24 di giugno l’hanno operata di urgenza sempre all’I.F.O. nel reparto di chirurgia oncologica altrimenti non avrebbe passato la notte. Ha superato l’intervento, le hanno tolto (parole del chirurgo) 20 kg di male, e le hanno dovuto fare una colostomia e una ileostomia. Adesso mia madre è molto debilitata, depressa, non ha fame, mangia pochissimo, ma i dottori hanno detto che dobbiamo fare il possibile per farla riprendere perchè al più presto deve sottoporsi ad altri trattamenti di chemioterapia (secondo loro tra massimo 15 giorni) altrimenti ci troveremo punto e a capo dato che in sede di intervento non hanno potuto toglierle tutto e rimangono sempre quelle metastasi epatiche che adesso sono superiori a 3 cm. La mia domanda è questa: può un fisico così provato e debilitato dalla malattia e dalle cure sostenere una chemioterapia? E se sì, a cosa serve? C’è qualche speranza di vivere più a lungo oppure è solo questione di mesi? Sono disperata. In tutto questo volevo anche manifestare la mia insoddisfazione nei confronti della struttura I.F.O. che a mio parere ha fatto acqua da tutte le parti sottovalutando l’importanza di una vita umana. Mi sento di ringraziare solamente, ma infinitamente il Prof. C. S. che l’ha operata e relativamente “salvata”, unico vero professionista che ho incontrato in tutta questa vicenda. Grazie e scusate per lo sfogo.
Giorgia
Risposta
Cara signora,non condivido il giudizio negativo sui colleghi dell’ifo e le spiego perchè. purtroppo a sua madre è stato diagnosticato un tumore colico in stadio avanzato con metastasi a distanza che ha risposto inizialmente bene alla chemioterapia eseguita con ciclo chemioterapico appropriato per il suo stadio. in questa fase l’intervento chirurgico è indicato solo in caso di complicanze dovute al tumore primario (perforazione o sanguimanento importante). purtroppo come spesso succede dopo una iniziale remissione la malattia ha ricominciato a progredire nonostante altre chemioterapie. nella sua lettera non mi dice se questa massa ovarica era un tumore primitivo ovarico o una metastasi del tumore del colon. rimane comunque il problema delle metastasi epatiche che mi sembra, ma nella lettera non è chiaro, erano già presenti alla diagnosi. attualmente non vedo altra alternativa a quanto le hanno proposto all’ifo cioè una chemioterapia per rallentare la progressione dela malattia.