Domanda
Egr. Dottori,
mia madre, 55 anni, è affetta da adenocarcinoma del del sigma con secondarismi epatici multipli sul I ,II, III, IV, V segmento. Dopo otto cicli di chemioterapia, interrotti nel mezzo per il subentrare di un’occlusione intestinale risolta con una ciecostomia decompressiva senza resezione della parte tumorale, la risposta parziale ed obiettiva è stata eccellente. La riduzione delle lesioni epatiche, che è stata la principale preoccupazione degli oncologici che la curano, si sono ridotte di circa il 60% (come evidenziato dalla TAC e dai marker tumorali CA19-9 da 2440 a 223 e CEA da 456 a 80). Purtroppo la resezione epatica non è ancora possibile, per cui si è deciso di intervenire sull’intestino per rimuovere il primitivo.A tal proposito mi chiedo: 1) Quante possibilità ci sono di poter eseguire un’anastomosi interna? 2) Possono durante l’intervento dare un’occhiata da vicino al fegato per rendersi conto o per eventuali terapie mintr-operatorie? 3) In ultimo, la stomia è soggetta ad un continuo e eccessivo prolasso perche mal fissata alle pareti dell’intestino; si può fare qualcosa per contenerla visto che per raggiungere l’ospedale in cui verrà operata c’è da fare un bel viaggetto?
Voglio ringraziarvi per la cortesia che mi dimostrerete e vi auguro un buon lavoro.
Giuseppe
Risposta
Sono quesiti delicati che richiedonola comnoscenza diretta del paziente. L’unico consiglio ragionavole è di parlarne con il medico curante