Domanda
Ho 69 anni, maschio, a dicembre 2004 mi è stato diagnosticato a seguito di un blocco intestinale un tumore al colon con metestasi al fegato di circa 23mmm ai segmenti V e VII e ai polmoni di circa 16mm con aspetto a bersaglio.
Ho subito l’intervento chirurgico per l’asportazione della massa tumorale e successivamente ho iniziato un ciclo chemioterapico con protocollo folfox così programmato:
1 seduta chemioterapica alla settimana della durata variabile da 1 a 3 ore per tre settimane consecutive, alla 4° settimana osservavo il riposo per poi ripetere lo stesso ciclo per altre due volte e fare la tac alla fine del terzo ciclo.
Il ciclo chemioterapico quindi, dura 11 settimane, per un totale di 9 sedute di chemioterapia e due periodi di riposo alla 4° e 8° settimana.
Dopo l’11a settimana si passava ad effettuare l’esame TAC.
Il primo esame TAC aveva dato risultati apprezzabbilissimi, evidenziando una significativa retrogressione delle metastasi ai polmoni e un aspetto più sfumato per le metastasi al fegato.
Analoga cosa non si è potuto dire per il secondo esame TAC il quale ha evidenziato un ingrossamento delle metastasi al fegato le quali sono diventati di circa 30mmm, mentre invece ve ne è una al polmone sinistro di circa 15mm.
In ambedue esami TAC non si evidenziano linfonodi alterati.
Ho chiesto un parere ad un altro oncologo, il quale con mia sorpresa, ha risposto che il protocollo folfox si applica in un ciclo di 48 ore ad influsso continuo endovenoso sotto ricovero clinico, per poi ripetere il trattamento a distanza di 15 giorni.
In ogni caso ambedue gli oncologi sono concordi nel dire che la terapia ha dato solo una prima risposta parziale e che pertanto si dovrà applicare il folfiri.
Vi chiedo gentilmente di darmi adeguate spiegazioni circa i due protolli e di fornirmi un indirizzo di un ulteriore specialista che a vostro giudizio possa darmi un valido aiuto al problema dato che da quello che si dice attualmente il cancro al colon ha buone possibbilità di essere quantomeno parzialmente arginato l’effetto letale.
Grazie infinite.
Andrea
Risposta
Mi sembra che la situazione richieda, se le condizioni generali lo permettono, una terapia più aggressiva di quella già effettuata con risultato non buono. per lo specialista si rivolga al centro tumori più vicino alla sua residenza. sono sconsigliati in oncologia lunghi trasferimenti perchè c’è necessità di controlli molto frequenti