Domanda
Gent.le Dottore,
Le scrivo per mio padre, un normalissimo (per gli altri, ma non per me) sessantunenne ipocondriaco, che da un po’ di anni combatte con problemi di origine intestinale (stipsi, coliche, intolleranze, un polipo asportato endoscopicamente qualche anno fa).
Come dire: un minestrone di cose in parte anche di origine nervosa.
La paura di patologie serie lo ha sempre spinto ad un eccesso diagnostico puntuale e costante, per lo più motivato dal fatto che suo padre è morto per una forte degenerazione tumorale la cui origine non è stata mai chiarita.
Circa tre settimane fa si è sottoposto ad una colonscopia di routine che ha evidenziato la presenza di un “polipo sessile di 4-5 mm e, dietro la plica, una lesione non polipoide di tipo misto IIc+IIa di circa 8-9mm”.
La diagnosi dell’esame istologico inoltre recita “in uno dei frammenti si osserva una proliferazione adenomatosa con displasia di grado severo fino ad immagini di carcinoma in situ. Tale prelievo è molto superficiale e non consente di valutare l’integrità della tonaca propria.”
A ciò ha fatto subito seguito un consulto specialistico che avrebbero profilato l’ipotesi di escludere al momento l’intervento chirurgico a favore di uno endoscopico. Quest’ultima soluzione, sebbene più allettante perchè poco invasiva, ci induce a credere che sia poco risolutiva.
Le sarei grata se potesse fornirci un parere e dei suggerimenti sulle possibili soluzioni ad un problema che non è mai del singolo e mi permetto anche di chiedereLe di consigliarci un eventuale controllo familiare.
Resto in attesa di un Suo riscontro e Le invio i miei più cordiali saluti.
Liana
Risposta
Il polipo di suo padre e’ sicuramente cancerizzato, ma la cancerizzazione e’ superficiale, cioe’ interessante la mucosa. una biopsia non puo’ se non in rari casi arrivare a comprendere anche la muscularis mucosae, una lamina che separa la mucosa dalla sottomucosa. se il carcinoma e’ confinato alla mucosa e non supera la muscularis mucosae non puo’ in alcun modo dare metastasi linfonodali o ematiche. la condotta piu’ corretta, viste anche le piccole dimensioni della lesione, e’ quella di asportare la lesione endoscopicamente in blocco con una tecnica chiamata "mucosectomia" e valutare completamente la lesione. l’intervento chirurgico (che tenderebbe a rimuovere i linfonodi locoregionali oltre ad eventuali residui della lesione, se non asportata completamente) sarebbe poi necessario solamente se la sottomucosa fosse interessata dal carcinoma. anche in questo caso, comunque, nel caso fosse interessata solamente la parte superficiale della sottomucosa (sm1) il rischio di metastasi linfonodali sarebbe quasi trascurabile (<1%).
cordiali saluti