Domanda
Mia madre (nata nel 1942) venne operata nell’agosto del 1999 per un adenocarcinoma al colon-retto. Questi i dati anamnestici: . Venne sottosposta a radioterapia e chemioterapia adiuvanti. Poco dopo la fine dell’ultimo ciclo chemioterapico, mia madre cominciava a sviluppare i seguenti disturbi della digestione, che sono andati aggravandosi nel modo che dirò, e che hanno provocato una notevole diminuzione della qualità della vita:
– Gonfiore instestinale
– Meteorismo
– Notevole intollerabilità alimentare (verdura completamente bandita, ad esempio)
– Reflusso gastrico
– Vomito
Nel gennaio del 2004 si registrava un aumento del marcatore tumorale CEA 9.7. Esami strumentali successivi evidenziavano una metastasi epatica (3cm di diametro) in S8 sconfinante in S5 ed in S7-6. Alla resezione seguiva la cura chemioterapica (12 cicli) con schema tipo FOLFOX (Oxali-platino). Nel corso della cura chemioterapica, i disturbi della digestione sovradescritti registravano un notevole aggravamento, tanto da rendere impossibile per alcuni giorni, dopo l’ultima seduta (metà gennaio 2005), l’alimentazione, e necessario un ciclo di flebo disintossicanti. Preciso che il notevole gonfiore intestinale si era nel frattempo reso permanente.
Dopo una leggera ripresa, il 14 febbraio 2005 mia madre veniva colpita da una emorragia intestinale, e ricoverata. Gli esami istologici successivi alla colonscopia hanno escluso recidive. Il sanguinamento è localizzato nella zona della suturazione operatoria del ’99. L’ecografia ha ivi evidenziato un sensibile restringimento del canale intestinale.
Essendo questa la situazione sanitaria di mia madre, domando:
1. La causa dei disturbi della digestione è da riferire (in parte o totalmente) al restringimento dell’intestinale nella zona della suturazione? Va da sè che l’emorragia è stata provocata da un indebolimento dei tessuti causato dai farmaci chemioterapici.
2. E’ ipotizzabile un intervento chirurgico che possa porre rimedio (in parte o totalmente)? E’ consigliabile una visita gastroenterologica? O ci si deve rassegnare?
3. La letteratura medica ha registrato ed individuato una classe di sintomatologie post-operatorie analoghe a quelle che hanno colpito mia madre?
Cordiali saluti,
Luigi Marcello V.
Luigi Marcello V.
Risposta
Rispondo alle singole domande:
1) si, almeno in parte. e’ da escludere la possibilità che il sanguinamento sia secondario al trattamento chemioterapico
2) e’ ipotizzabile, prima dell’intervento chirurgico, effettuare un tentativo di dilatazione endoscopca dell’anastomosi
3)solitamente i disturbi legati a questo tipo di trattamento sono: nausea, vomito, diarrea e leucopenia